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Etichette del vino: è utile indicare calorie e pericoli per il consumatore?

etichette-vino-pe-labellersChiamarla guerra del vino è un po’ esagerato, ma rende l’idea. Stavolta non c’entra la Francia, tradizionale concorrente delle nostre uve, bensì l’Europa. A Bruxelles stanno esaminando una proposta di legge per rendere più trasparenti e dettagliate le etichette sulle bottiglie, che dal 2016 dovranno riportare anche i dati relativi a calorie, ingredienti e avvertenze sanitarie.

La nuova normativa, che in teoria punta a tutelare la salute del consumatore, in pratica ha già sollevato un vespaio di polemiche. Basti pensare che adesso sulle etichette occorre scrivere nome e indirizzo del produttore, denominazione, allergeni, gradazione alcolica, quantità di prodotto. ”Se ci obbligassero ad aggiungere anche altre indicazioni, dovremmo distribuire solo bottiglie magnum” – ha commentato Federvini, mettendo in dubbio l’effettiva utilità della proposta. Gli oppositori sono convinti che le nuove info sulle etichette creerebbero confusione, che i consumatori non saprebbero interpretarle nel modo corretto e che la burocrazia subirebbe un aumento. ”Ogni vendemmia – secondo Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – è storia a sé. Ed ogni anno le etichette dovrebbero essere diverse”. Sarebbe anche un problema di costi, quindi, fermo restando che l’Italia è uno dei Paesi europei con il minor consumo di alcol e che il vino, secondo i produttori, non può essere equiparato ad altre bevande alcoliche.

In fondo c’entrano anche la cultura e le abitudini della gente. Se in Inghilterra sono convinti che il consumatore debba essere informato sul fatto che un bicchiere di vino ha le stesse calorie di una fetta di torta, in Italia la sensibilità è diversa. E il timore di penalizzare la nostra tradizione vitivinicola è più forte di tutto il resto.