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Il beverage italiano. Mercato e tecnologie.

liquor-bottle-label-pe-labellersLa difficoltà aguzza l’ingegno. È un motto valido in qualsiasi ambito, anche in quello della strategia aziendale. La crisi recente del beverage ha costretto i proprietari dei marchi a rinnovarsi e investire in modo consistente nella tecnologia.

Di fronte a un calo evidente del consumo di vino, bibite gassate, bevande alcoliche e analcoliche, le aziende hanno dovuto aggredire il mercato in maniera diversa rispetto agli anni scorsi. È vero che qualche dato con il segno positivo si è registrato comunque e che l’Italia nel 2014 ha stabilito il record mondiale di produzione del vino, guadagnando il primo posto nella classifica dei Paesi esportatori negli Stati Uniti. Però la situazione generale resta complicata.

La necessità di tutelare e fidelizzare la propria fetta di clientela, ha spinto i produttori a valorizzare i contenuti interattivi audio-video presenti sul web attraverso i QR code, codici a barre bidimensionali che possono essere letti tramite telefoni cellulari e smartphone. Applicati sui prodotti in vendita, i QR code si stanno rivelando anche efficaci strumenti anticontraffazione.

Di pari passo è cresciuta l’attenzione per il design, considerato un’attrattiva molto potente all’interno dei grandi centri commerciali e delle piccole e medie botteghe. La domanda riguardante le codifiche è quindi cambiata radicalmente: bottiglie nuove, dalle forme inedite, richiedono un’etichettatura più complessa e completa, al punto che le attrezzature di codifica e marcatura si stanno evolvendo per accompagnare il trend di sviluppo del settore.

L’etichetta, in altre parole, non è più un semplice dettaglio di contorno, ma sta diventando parte integrante del mutamento, oltre che un argine potentissimo all’alterazione e all’imitazione dei prodotti.