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Scegliere le creme solari: attenzione all’etichetta!

Cpe-labeling-innovation-sunscreenon la bella stagione si ripresenta puntuale come ogni anno il momento in cui dover scegliere le creme solari a cui affidare la bellezza e la salute della nostra pelle.

Ad ogni fototipo corrisponde l’SPF (fattore di protezione solare) più adatto a prevenire danni, purtroppo a volte irreversibili, alla pelle: é indispensabile quindi prestare attenzione alla lettura delle etichette, che devono riportare in modo chiaro il valore del fattore di protezione solare corrispondente, indicato come basso (6,10), medio (15,20,25), alto (30,50) o molto alto (50+).

Il fattore di protezione solare fa riferimento ai raggi UVB, ma anche gli UVA possono essere nocivi. Per questo la Commissione Europea raccomanda che i prodotti solari siano in grado di proteggere sia dalla radiazione UVB che UVA: il Regolamento del 2006 ha stabilito che nei prodotti che proteggono anche dai raggi UVA, questa caratteristica deve essere riportata in modo chiaro sull’etichetta: se questa presenta il simbolo di un cerchio che contiene la sigla UVA, significa che il prodotto possiede anche la capacità di filtrare i raggi UVA (rispettando il grado di protezione previsto dalla raccomandazione), oltre i raggi UVB, fornendo quindi una efficace protezione durante l’esposizione solare.

Il quantitativo minimo di protezione dai raggi UVA, secondo la normativa della Commissione Europea, deve corrispondere al rapporto minimo di 1:3 di protezione UVA/protezione UVB.

L’associazione dei consumatori britannica “Which?” ha effettuato uno studio sui solari con SPF 30 reputati migliori, ma che in realtà non corrispondevano nella loro efficacia a quanto dichiarato sull’etichetta: si tratta di Hawaiian Tropic, Piz Buin e Malibu.